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Autoprotettore

Il sistema respiratorio è il cammino più diretto e più veloce per l'ingresso nell'organismo di prodotti tossici, dovuto al fatto che è in diretto contatto con il sistema circolatorio per la necessità costante di fornire ossigeno alle cellule per mantenere il processo della vita.

Ci sono quindi due pericoli base per la respirazione:

 

Mancanza o carenza di ossigeno nell'aria.

Aria contenente contaminanti.

 

Il contenuto normale di ossigeno nell'aria è del 20,9% in volume, quindi una concentrazione di ossigeno del 16% si considera insicura e può compromettere il normale funzionamento del cervello e la coordinazione dei movimenti.

Con concentrazioni inferiori al 16% si ha perdita di conoscenza quasi immedia e la morte può sopraggiungere in pochi minuti.

 

Le attrezzature che noi Vigili del Fuoco utilizziamo per la protezione delle vie respiratorie sono gli autoprotettori.

 

Gli autoprotettori sono apparecchi di respirazione costituiti da unità funzionale autonoma, portata dall’operatore che può quindi muoversi con completa libertà di movimenti.

 

Queste attrezzature di protezione individuali sono utilizzate ogni qualvolta l’ambiente esterno presenti situazioni a rischio per l’uomo: ambiente povero di ossigeno; alto tasso di inquinamento; presenza di gas tossici e/o nocivi.

 

Gli autoprotettori in nostra dotazione sono detti autoprotettori a ciclo aperto, questo dipende dal fatto che l’aria espirata, anziché tornare in circolo viene dispersa all’esterno attraverso la valvola di scarico presente nella maschera.

 

L’alimentazione di questi apparecchi si ottiene con bombole d’aria compressa a 200 atm, con una capacità di 7 litri. Questi parametri garantiscono all'operatore un'autonomia media di circa 26 minuti praticando uno sforzo medio.

 

Il loro funzionamento può essere schematizzato come segue:

l’aria proveniente dalla bombola passa attraverso un primo dispositivo di riduzione di pressione, poi attraversa un secondo riduttore posto all’interno della maschera facciale in prossimità del sistema erogatore.

 

A richiesta dell’operatore in fase inspiratoria l’aria entra nel facciale, mentre in fase espiratoria l’aria defluisce verso l’esterno attraverso due valvole a membrana apposite.

 

 

 

Le maschere in dotazione permettono due possibilità di introduzione dell’aria al facciale: in sovrapressione o a richiesta. Il sistema a richiesta prevede che l’aria entri nella maschera solo quando l’operatore inspira, mentre il sistema in sovrapressione fa si che l’aria sia sempre all’interno della maschera. Il primo sistema permette di risparmiare aria e quindi di aver maggiore autonomia, mentre nel secondo la sovrappressione interna alla maschera impedisce l'ingresso di aria inquinata dall'esterno in caso di non perfetto posizionamento della maschera e maggior naturalezza nella respirazione.